EGO-LOVE.

Spesso abbiamo questa insana abitudine di cercare all’esterno ciò che è già dentro di noi. Quando lasciamo ogni certezza possiamo attingere a un’immensa ed eterna saggezza. Già l’iscrizione sul Tempio di Delfi ci ha indicato la strada per millenni. Conosci te stesso – dice.

Sebbene si tratti di una missione tutt’altro che semplice, complici i condizionamenti ricevuti che fanno di noi a priori esseri incompleti, dipendenti dai sensi e da un’entità esterna che può essere benevola o giudicante, a cui si aggiunge il bagaglio generazionale e l’amnesia a cui andiamo incontro nascendo su questo pianeta, mai come in questo momento storico siamo chiamati a rivolgere la nostra attenzione all’interno. In questa dimensione dominata dal dualismo, per poter accedere alla nostra Essenza, la versione di noi a cui abbiamo creduto, piena di limitazioni e rigida, deve morire.

È solo attraverso la morte dell’ego, infatti, che può fiorire l’Amore che realmente siamo. Abbandonando l’idea che definisce chi dobbiamo o dovremmo essere, tutti i ruoli che interpretiamo e che creano la nostra identità, lasciamo spazio d’azione a qualcosa di più grande di noi, di cui siamo parte. Ecco che crolla il bisogno di controllo e ci sentiamo come cullati, galleggiando sospesi tra le braccia dell’Universo: ed è una sensazione di totale abbandono e fiducia, in cui scompare ogni preoccupazione, ogni pensiero, ogni logica. In quel momento la destinazione non è più importante, perché viviamo nell’attimo, nel presente. La mente si inginocchia e si mette al servizio dell’anima e della sua missione. Imparare a riconoscere quando siamo guidati dal nostro ego è importante perché in ogni momento possiamo decidere di essere liberi dalla sua schiavitù.

L’ego conosce il possesso e la gelosia, nasconde la fragilità data dalla sensazione di incompletezza.
L’ego orgogliosamente difende, discute, persuade e manipola. È convinto di essere nel giusto, non si pone domande ed è incapace di ascoltare le risposte. Vive nel passato, tenendolo in vita. Incasella il futuro, togliendogli il respiro.

L’Amore parla di libertà, di distacco. L’Amore lascia andare, non trattiene, non ha bisogno di nulla da altri
perché è già completo così com’è, accetta e vive nel flusso.
In fondo si tratta di ri-conoscere chi siamo, togliendo strati e strati di tutto ciò che ci ricopre e non ci appartiene. Spogliarsi fino a ri-scoprire l’essenza originale che ci ha desiderato.


We often have this unhealthy habit of looking outside for what is already within us. When we leave all certainties, we can draw on immense and eternal wisdom. The inscription on the Temple of Apollo at Delphi has already shown us the way for millennia. Know thyself – it says. Although this is an anything but simple mission, thanks to the conditioning received that want us incomplete beings, dependent on the senses and on an external entity that can be benevolent or judgmental (depending on our behaviour), to which is added the generational baggage and the amnesia we face when we are born on this planet, never as in this historical moment we are called to turn our attention within. In this dimension dominated by dualism, in order to access our Essence, the version of us we believed in, full of limitations and rigid, must die. In fact, it is only through the death of the ego that the Love that we really are can blossom. By abandoning the idea that defines who we should or should be, all the roles we play and that create our identity, we leave room for action to something greater than ourselves, of which we are a part. Here the need for control collapses and we feel lulled, as if we were floating, suspended in the loving arms of the Universe: it is a feeling of total surrender and trust, in which all worries, all thoughts and logic disappear. The destination is no longer important, because we live in the moment and we know we’re taken care of. The mind kneels and puts itself at the service of the Soul and her mission. Learning to recognise when we are guided by our ego gives us the chance to free ourselves from its enslavement. The ego speaks of possession and jealousy, hiding the fragility given by the feeling of incompleteness. The ego proudly defends, argues, persuades and manipulates. It is convinced that it’s right, thus it doesn’t ask itself questions, being unable to listen to the answers. It lives in the past, keeping it alive. It fits the future into boxes, suffocating it. Love speaks of freedom, of detachment. Love lets go, doesn’t hold back, doesn’t need anything from others because it is already whole as it is, it accepts and lives in the flow of the present. In the end it’s a matter of recognising who we are, removing layers and layers of everything that covers us without belonging to us. And divesting ourselves of everything superfluous, until we rediscover the original essence that desired us.

Laura Scaglione