CONOSCERE L’EGO PER ANDARE VERSO IL NOSTRO VERO IO; ANCHE QUESTO E’ AMORE.

Occupandomi come mediatore della gestione costruttiva dei conflitti, mi sono più volte trovata a lavorare sull’auto-osservazione di come sono IO nel conflitto, entrando in contatto con le dinamiche dell’Ego, che nel conflitto trova la sua espressione più alta.

Quando ci troviamo davanti al nostro confliggente infatti l’Ego si sente minacciato, perché la sua emozione dominante è la paura: la paura di non esistere, di non essere nessuno, la paura di essere smascherati, di non essere considerati.

Quindi, cosa accade? Anche un semplice attacco ad personam che colpisce aspetti di noi che sentiamo messi in discussione, quelli su cui nutriamo maggiori insicurezze e su cui abbiamo bisogno di conferme, va diretto al nostro Ego e ci porta a difenderci in modo automatico, attaccando. E cosa attacchiamo? L’Ego del nostro avversario!

L’Ego, come sua caratteristica, si sente separato da tutti, è dominato dalla mente concettuale che divide, giudica e sottovaluta, cioè svaluta l’altro per affermarsi. L’Ego quindi funziona come una macchina comandata dalla mente e ci fa muovere nella reazione e non nell’azione.

Che cos’è l’Ego?

L’Ego è una identificazione con la tua personalità, o meglio, con ciò che credi di essere, che spesso coincide con ciò che desideri che gli altri pensino di te. La struttura dell’Ego si basa sui circuiti programmati dalle tue memorie, delle tue esperienze, sostanzialmente del tuo passato. E’ formato da ciò che credi riguardo al tuo corpo, alle tue emozioni, alla capacità di esprimerle, ai tuoi desideri, all’intelletto, a tutto ciò che hai appreso per imitazione diretta o che hai assunto come modello, ed anche dai ruoli che svolgi o con cui ti sei identificato. E’ ciò che ti hanno insegnato ad essere.

L’Ego è ciò che metti in atto per interfacciarti con il mondo esterno, è la maschera che usi per relazionarti con la realtà. Una maschera con la quale spesso sei completamente identificato.

L’Ego è semplicemente un errore di identità, un sé illusorio, ci si convince di essere qualcuno che non si è, il falso IO. Tutte le volte che ci si identifica in qualcuno che non si è, allora si crea Ego. 

Una delle ragioni per la quale i conflitti nascono per questioni di principio è perché il nostro Ego necessita continuamente di riaffermare il suo sistema di credenze, la sua mappa di riferimento.

Essendo preoccupato solo della propria sopravvivenza vive costantemente nel sentimento della separazione e alimenta un forte senso di colpa che ciascuno di noi tenta di reprimere nell’inconscio tanto da non esserne più consapevoli. Per nascondere definitivamente questa sensazione l’Ego ha attuato una proiezione: la colpa non è mia ma di qualcun altro. Tale proiezione ha sviluppato l’archetipo della vittima e la tendenza ad attaccare il prossimo e a doverci difendere da coloro che vediamo come nemici.

Nella tradizione degli insegnamenti spirituali si parla dell’Ego come il nemico numero uno per raggiungere l’illuminazione e quindi viene visto come qualcosa da estirpare. L’ego, infatti, ci separa dal nostro vero Se’. L’errore più comune è quello di combattere l’ego, che invece ci serve per comprendere la nostra coscienza. Se combattiamo l’ego, non facciamo altro che alimentarlo.

Osho ha detto: “Il reale può essere conosciuto solo attraverso il falso, quindi l’ego è necessario. Bisogna passarci attraverso.”

L’Ego in realtà non è nè buono nè cattivo, esiste solo per permetterci di capire chi siamo veramente. In qualche modo l’ego serve alla nostra evoluzione.

Non ci resta quindi che pensare all’Ego come ad un nostro alleato, ed iniziare a far amicizia con lui, a conoscerlo attraverso l’osservazione di quegli aspetti della nostra personalità che sono più suscettibili a crearci sensazioni di disagio quando vengono messi in discussione. Esercitiamoci a praticare l’auto-osservazione al nostro dialogo interno, osserviamo le nostre differenti voci, che reagiscono nelle dinamiche conflittuali attaccando l’altro, per proteggere sé stessi. Riconosciamo queste voci e lasciamo che siano loro a portarci al nostro vero IO, così da farci comprendere che noi non siamo il nostro Ego, ma siamo molto di più. Anche questo è amore.

Carlotta Curti